Se vuoi conoscere cos’è la ganja e qual è la differenza con l’erba continua a leggere per avere le risposte che stai cercando. Nel mondo della cannabis, il termine “ganja” evoca immagini ricche di cultura, storia e tradizione. Spesso utilizzata come sinonimo di “erba” o “marijuana”, la ganja ha in realtà una propria identità ben definita, che merita di essere approfondita. Insieme al team di Dolomiti BioHemp scopriremo nel dettaglio cos’è la ganja, quali sono le differenze rispetto ad altri termini, e quali sono i principali tipi oggi conosciuti e coltivati.
Il significato del termine “ganja”
La parola “ganja” affonda le sue radici nel sanscrito “gañjā”, termine utilizzato nell’antica India per indicare una particolare varietà di cannabis. L’uso della ganja ha radici profonde in diverse culture religiose e spirituali. In India, la cannabis era (ed è tuttora) associata al culto del dio Shiva, considerato il “Signore della Ganja”. I sadhu, gli asceti induisti, la utilizzano in forma di charas (resina) o bhang (bevanda sacra) durante riti religiosi e festività come il Maha Shivaratri (Mahāśivarātri: la notte di Shiva), ritenendola uno strumento per favorire la meditazione e la connessione con il divino. In epoca coloniale, la pianta viaggiò dalle colonie britanniche indiane fino ai Caraibi, portata dai lavoratori servi debitori in Giamaica, dove assunse un significato nuovo all’interno del movimento Rastafari nato negli anni ’30 del Novecento. Per i rastafariani, la ganja è considerata un’erba sacramentale, menzionata anche nella Bibbia (Esodo 30:23 e Salmi 104:14), usata per illuminare la mente, purificare lo spirito e favorire la ragione. Utilizzata collettivamente durante le “reasoning”, ovvero incontri di dialogo e preghiera, la ganja rappresenta un mezzo per rafforzare la comunione con Jah (Dio) e per sfuggire alla “Babylon”, il sistema corrotto dell’uomo moderno. Questo uso sacrale ha contribuito alla diffusione globale del termine ganja, caricato di significati spirituali e politici che vanno ben oltre il semplice utilizzo ricreativo.
Ganja ed erba: le differenze da conoscere
Molto spesso i termini “ganja” ed “erba” vengono utilizzati come sinonimi, ma in realtà si possono osservare alcune differenze, almeno a livello di percezione e di contesto di utilizzo. Con “erba” si indica comunemente la cannabis, indipendentemente dalla varietà e dalla potenza del principio attivo.
Il termine Ganja, invece, tende a essere utilizzato per designare cannabis di qualità superiore, spesso coltivata all’aperto in contesti tradizionali, come le montagne giamaicane o le zone tropicali dell’Asia. In certi contesti culturali e linguistici, questa denominazione viene percepita come più autentica o spirituale rispetto alla più generica erba. Va però detto che, da un punto di vista tecnico, la ganja non è una categoria botanica distinta: si tratta pur sempre della cannabis sativa con specifiche caratteristiche fenotipiche e ricca di CBD. La ganja è spesso coltivata in ambienti naturali e selezionata per il suo profilo aromatico, stimolante e creativo. Le sue origini geografiche si intrecciano con quelle della cannabis coltivata in India e nel sud-est asiatico, da cui si è poi diffusa in Africa, nei Caraibi e nelle Americhe.
Dal punto di vista dell’aroma e del sapore, la ganja si distingue per note speziate, erbacee, a volte agrumate, con un profilo terpenico complesso che varia molto in base alla varietà specifica. Gli effetti sono generalmente energizzanti e cerebralmente attivi, benché esistano varietà di ganja con effetti più rilassanti grazie alla presenza della cannabis indica.
I principali tipi di ganja oggi conosciuti
Oggi, il mercato della cannabis è caratterizzato da una grande varietà di ceppi, molti dei quali si rifanno alla tradizione della ganja, pur essendo il risultato di incroci moderni. Le ganja classiche comprendono varietà come Lamb’s Bread, molto amata da Bob Marley, oppure la celebre Hindu Kush, un’antica varietà afghana nota per i suoi effetti meditativi. O ancora la Acapulco Gold, una ganja messicana dall’alto valore storico e dall’effetto stimolante.
Inoltre, grazie alle coltivazioni in greenhouse e indoor, sono nate nuove tipologie di ganja che mantengono l’autenticità del prodotto tradizionale ma con standard qualitativi e di purezza molto più elevati. La cannabis light, è una tipologia di ganja a basso contenuto di THC ma ricche di CBD, pensate per un uso rilassante e sicuro. La ganja è molto più di una sostanza ricreativa: è parte integrante di culture millenarie e, oggi, anche oggetto di studi scientifici. I suoi principi attivi, in particolare il CBD, sono sempre più indagati in ambito medico per alleviare le patologie come il dolore cronico, l’ansia o l’epilessia. Questo ha portato in diversi Paesi a un progressivo riconoscimento dell’uso terapeutico della cannabis.
Dal punto di vista legale, la situazione è in continua evoluzione: mentre alcuni Stati hanno legalizzato completamente la ganja, in Italia il suo utilizzo è vietato.